Un film di Lukas Moodysson. Con Alexandra
Dahlstorm, Rebecka
Liljeberg Titolo originale Fucking Åmål. Commedia, durata 89 min. - Svezia 1998
Il coraggio di amare, opera prima di Lukas Moodysson, ci racconta come anche nella civilissima e ricchissima Svezia siano ancora vivi meccanismi di emarginazione senza esclusioni di colpi. Fucking Amal è un film sull'omosessualità femminile, sul giusto diritto di questa di esprimersi in piena libertà contro i pregiudizi e le preclusioni di tipo moralistico. Ma è anche una bella riflessione sui problemi che vivono gli adolescenti in una società che tende ad omologare e nel profondo conformista. Tutto si svolge nella soffocante atmosfera di provincia del piccolo paese di Amal.
La "fucking Åmål "del titolo misterioso è una "maledetta" cittadina svedese uguale a qualsiasi altra cittadina di provincia del mondo, dove non succede mai niente, i genitori possono essere anche " buoni", ma non sanno rapportarsi ai problemi dei loro ragazzi, quando non sono indifferenti. I ragazzi passano da un bar ad un altro e in discoteca: spettegolano, prendono in giro i compagni più deboli, si imitano uno con l’altro.
La vita ad Amal è dunque monotona, i giorni si ripetono sempre uguali: i genitori passano la serata davanti alla tv, i giovani si incrociano e incontrano nascondendo i loro veri sentimenti e uniformandosi a degli stereotipi e a dei modelli che in qualche modo li fanno sentire "nel gruppo".
Ognuno è costretto dentro ruoli prestabiliti e in questi ruoli vivono una vita falsa e senza scopo.
In questo contesto Agnes vive la sua diversità e ne prende sempre più coscienza. Sa di essere omosessuale, di non piacere per questo a nessuno, neanche ai suoi genitori che fingono di capirla, ma in realtà non ne conoscono i profondi turbamenti.
Sarà però proprio lei che inizierà a rifiutare il ruolo a cui la vogliono relegare, sarà lei a soffrire, ma a desiderare di non nascondersi più e questo provocherà momenti di rifiuto più forte e a volte violento da parte degli altri, ma smuoverà nello stesso tempo quello stagno in cui tutti sguazzano.
Elin, anche lei diversa tra gli altri, ma più accettata e ammirata, apparentemente più forte sarà quella che a Agnes si avvicinerà anche se inizialmente scontrandosi apertamente.
Sono molto diverse fra di loro. Agnes ha sedici anni, è una ragazza introversa e sogna di fare la scrittrice, vive con i genitori che non riescono a comprendere i motivi del suo disagio e della sua tristezza. Elin, quattordicenne sogna, invece, di diventare modella o psicologa, è una ragazza trasgressiva che cerca di uscire dalla banalità contrapponendosi alla superficialità di sua sorella Jessica. E’ la bella della scuola, è provocatoria e provocante, sembra a tutti un po' matta, un po' cattiva, ribelle ma soprattutto tutti la vedono come una tosta: ha continuamente il bisogno di "sballarsi" con i farmaci della madre e spesso si ubriaca alle feste.
Agnes, al contrario, ama la solitudine, la musica classica, la poesia e si confida ad un diario.
Nonostante questa diversità Agnes si innamora di Elin che se ne accorge e all’inizio si prenderà gioco di lei.
Entrambe hanno una cosa in comune: il desiderio di voler reagire ad un mondo senza senso che gira introno a se stesso senza che succeda mai veramente nulla di vero, un mondo che entrambe sentono vuoto e senza senso.
Le due protagoniste sono le uniche nella pigra e conformista Amal ad avere la capacità di porsi interrogativi e di operare scelte e questo loro modo di porsi mette in discussione la piatta omogeneità del contesto. I comportamenti massificati e spersonalizzati degli altri personaggi prescindono dall'età, dal sesso o dalla classe sociale. Non sono i giovani a sottomettersi alla legge del gruppo, ma anche i grandi che il più delle volte ostentano un atteggiamento passivo davanti alla vita incapaci di avvicinare il mondo dei loro figli il più delle volte a disagio.
I compagni di scuola di Elin e Agnes dietro ad atteggiamenti solo apparentemente trasgressivi, nascondono in realtà il conformismo a stereotipi già confezionati e un’incapacità fondamentale a mettersi in relazione vera con gli altri. I maschi confrontano le dimensioni del telefonino, orgogliosi di "avercelo più piccolo"; la sorella Jessica è succube di modelli comportamentali di genere ben definiti, per cui le femmine devono essere provocanti e faranno le parrucchiere, mentre i maschi devono essere forti e diventeranno giocatori di hockey o meccanici.
In questo senso, la storia d'amore delle due ragazze che irrompe tra i giovani ad abbattere muri e barriere, dice a chiare lettere che bisogna avere il coraggio di essere se stessi al di là di quello che gli altri pensino.
Come auspica il titolo ( Fucking Amal, significa Vai a farti fottere Amal!) ognuno deve intraprendere un cammino di appropriazione della propria individualità e questo presuppone anche la capacità di mandare a quel paese la piccola città in cui ogni segno di diversità è visto come pericolo da attutire o da condannare e rimuovere: le battute dei compagni di scuola contro la "lesbica", il volto terreo della madre di Agnes, incredula che una cosa simile possa accadere a sua figlia, l'indignazione dell'uomo che si ferma per dare un passaggio alla due amiche, quando scopre un loro furtivo bacio.
Nel film il loro amore omosessuale diventa piuttosto una via personale e reciproca per trovare una propria identità, a prescindere da ciò che tutti gli altri ritengono "giusto" e "normale".
E' una storia d'amore, Fucking Åmål, ma non solo. È anche la storia d'una fuga dalla provincia dell'anima, dalle grettezze bene ordinate d'una vita triste e senza valori e ideali. E, ancora, una denuncia della crudeltà verso i diversi, della solitudine degli adolescenti, e dell'assenza disperante di padri e di madri. Lukas Moodysson, esordiente trentenne, lo ha girato in soli trenta giorni, e con una ristrettezza di mezzi evidente.
In questo senso, Fucking Åmål fa emergere dall'indifferenza d'una piccola comunità di adolescenti due solitudini e due desideri che s'incontrano per caso, che ancora quasi per caso riescono prima a parlarsi e, poi, a vincere insieme non solo contro il giudizio e il pregiudizio di gruppo, ma contro le proprie stesse timidezze e paure. Che si tratti d'un amore fra due donne - fra due ragazzine -, certo acuisce le une e le altre, le timidezze e le paure. Ma per il resto, quella di Agnes ed Elin è una storia d'amore come ogni altra. E così la racconta il regista, in modo semplice, tenero, normale. E’ la storia di due giovanissime donne innamorate, osservate e descritte nella loro viva vita, e nel loro coraggio di fuggir via, se non dai confini fisici, certo dai confini spirituali di una "fottuta" piccola città.
Afferma con forza il diritto a volersi bene attraversando il muro e le barriere che gli altri tentano di erigere intorno a chi non è come loro.
Il loro amore "lesbico", proprio per come lo descrive Lukas Moodysson, potrebbe essere solo una tappa della loro crescita.
Nessun commento:
Posta un commento