Un film di Stephen Frears. Con Colm Meaney, Ger Ryan, Donald
O'Kelly Titolo originale The Van. Commedia, durata 107' min. - Gran Bretagna
1996. IMDb 6,8
Con quest'ultimo adattamento di Frears si completa al cinema
The Barrytown trilogy di Roddy Doyle. Dopo The Commitments (di Alan Parker, del
'91) e The Snapper (dello stesso Frears, del '93), con The Van ritorniamo per
l'ultima volta - così ha dichiarato Doyle - a Barrytown, immaginario sobborgo
settentrionale di Dublino, un quartiere povero della
periferia in cui Doyle ha vissuto e insegnato (inglese e geografia) per diversi
anni.
Saper raccontare è una
qualità che non manca a Stephen Frears. La sua bravura è evidente anche in TIn the van Frears riesce a tratteggiare efficacemente i due protagonisti e a descrivere l’evoluzione della loro amicizia. E ' una storia
Tanti momenti di vita quotidiana che si susseguono durante tutto il film: momenti in famiglia di tenerezza e litigi; sbronze di birra nei pub; partite alle
tv guardate in compagnia e i lavori di sistemazione
del furgone. Intorno a loro i bambini che giocano per le strade e seguono festosi la
prima uscita del furgone; gli ubriachi che lo assaltano non sapendo come
sfogare altrimenti la loro insoddisfazione; il pannolino fritto al posto di un
trancio di merluzzo.
Bimbo e Larry, sposati con figli, si ritrovano entrambi disoccupati e
decidono di diventare soci, vendendo “fish&chips” e burger di vario tipo. Come locale di vendita allestiscono un furgone scassatissimo, senza portiera, con il quale. L'allegria e i momenti di umorismo si mescolano al dramma, come in alcuni film
di Ken Loach, con cui Frears ha in comune l'intento di raccontare storie di vita comuni.
Siamo nel periodo post-thatcheriana: il mondo non è
cambiato, le fabbriche licenziano e gli uomini trovano rifugio nei pub, bevono la birra e seguono con passione il calcio. Siamo nel periodo tra il 1989 e il 1990, con le
partite della nazionale di calcio irlandese ai mondiali a fare da sfondo: è proprio grazie ai tanti tifosi
che escono dal pub vicino che Bimbo e Larry iniziano a fare affari. Larry,
però, è maldestro e poco affabile con i clienti, i suoi due figli chiamati a
servire non sono di molto aiuto e il rapporto con Bimbo sembra rovinarsi per le
tensioni e i litigi frequenti.
Ma l'esperienza non durerà a lungo, l'impresa fallirà e il furgone verrà abbandonato sulla
melma della bassa marea.
Questo scontro
continuo con un mondo e una legge che non si vedono, rientra indubbiamente fra le
cose del mondo che non piacciono a Frears, ma egli si limita a osservarle di
lontano
Bravi gli attori che interpretano personaggi credibili e veri, mai banali.
Un cinema dalla parte della gente comune e
rivolto alla gente comune. Un cinema umanista, a cui bastano pochi
dettagli ben distribuiti nelle parti giuste – Larry e la figlia che cantano
insieme nel furgone, Fortemente connotata in
termini nazionali, è una commedia ricca di personaggi vivaci e di trovate
divertenti che non nascondono l'amarezza di una realtà sociale disagiata sulla
quale incombe il problema della disoccupazione.
A Frears non interessa tanto la lettura politica di una
situazione che critica quanto il
risvolto umano che può nascere da questa situazione di bisogno
Due sulla strada è più divertente e vivace nella prima parte,
con la musica martellante di Eric Clapton, verso la fine perde un po’ di
mordente ma non la simpatia.
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